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21/12/2017
Luigi Masecchia - “Come tutte le cose serie della vita, Tappost è iniziato per gioco.”

Ad oggi, Tappo’st conta circa 106.000.000 di tappi recuperati dalla spazzatura per diventare arte e impegno sociale. L’artista Luigi Masecchia ci racconta questo ambizioso progetto.

Ciao Luigi, ci racconti la tua storia e le tue origini?
Mi chiamo Luigi Masecchia e sono originario di Napoli, classe 1975. Mi sono diplomato nel 1994 all'Istituto d'Arte Boccioni di Napoli in “Commercial Art and Photography”. Dopo gli studi ho lavorato come grafico e creativo in importanti studi napoletani e fuori regione. Nel 1996 ho finalmente fondato il mio studio d'arte "Affari Creativi". 

Che nome originale, così come il nome del progetto Tappost. Ci racconti com’è nato?
Tappo’st (che in dialetto napoletano significa "tutto a posto"), è un progetto nato nel 2013 e basato sul concetto di up-cycling (ri-utilizzo creativo), ovvero la trasformazione di un rifiuto in un nuovo oggetto. Nel caso di Tappo’st, i protagonisti di questo cambio d’identità sono i tappi, oggetti di uso quotidiano che non concludono il loro ciclo di vita nella spazzatura, ma diventano materia prima di opere uniche e irripetibili. 

Ci fai un esempio?
I tappi sono i miei pennelli e i miei colori, li utilizzo proprio come si fa con i tasselli di un mosaico. Così, proprio con le mie mani, posso dare vita ad un nuovo concetto di Pop Art volto a sensibilizzazione l'opinione pubblica su tematiche importanti come il rispetto dell'ambiente, il riciclo, la green economy. 

Non solo grande creatività dunque, ma anche un obiettivo importante.
Certo! Quello che mi rende più orgoglioso di Tappo’st è che il tappo “si eleva”: non viene più percepito come uno scarto, ma diventa un oggetto di valore capace di creare valore.

Cosa significa per te essere un artista “Eco-friendly”?
Significa innovare attraverso l’arte, significa “unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”, come diceva il matematico Henri Poincaré. Ma essere un’artista “eco-friendly” per me significa soprattutto diventare  la testimonianza che l’up-cycling non solo può essere una forma d’arte, ma anche motivo di riscatto per un territorio che troppe volte è stato messo in ginocchio dal problema dei rifiuti.

Il progetto Tappost è anche recupero in ambito sociale di ragazzi disabili o appartenenti a categorie disagiate: raccontaci di questo laboratorio.
In Tappo’st l’estro e la creatività vanno aldilà dell’ecologia per arrivare all’etica e alla socialità. Questo avviene nel laboratorio dove collaboro con circa novanta ragazzi disabili o appartenenti a categorie disagiate per la creazione di opere di ogni tipo. Sento che questa speciale collaborazione potrebbe presto diventare una vera e propria fondazione.

Hai già esposto le tue opere al pubblico, vero?
Esattamente, ho presentato le mie opere al Museo di Napoli, a Castel dell’Ovo (NA) e in diverse mostre di rilevanza nazionale, tra cui Florence Design Week e Campania Eco Festival, Milano Expo e le Biennali Palermo e di Istanbul. Ci tengo a precisare però che nelle mie esposizioni non ci sono solo quadri, ma anche sculture e oggetti d’arredo come tavoli e sedute che rappresentano pezzi unici realizzati su richiesta. 

Altri progetti per il futuro?
Sulla scia del progetto “Metrò dell'Arte a Napoli” sto pensando ad un nuovo allestimento decorativo per una stazione di mezzi pubblici. Si tratta di un’installazione di oltre 70 mila tappi di più colori incastrati armoniosamente su speciali pannelli che coprono un'estensione di circa 95 metri quadri. Mi auguro nel profondo che questo possa essere il primo passo per la riqualificazione di alcune stazioni degradate come la Circumvesuviana o la Cumana. Parallelamente a quest’idea sto lavorando anche ad un altro progetto, che vedrà coinvolti anche il Comune e la Soprintendenza ai Beni Architettonici. Il titolo "Tappo le buche dei marciapiedi della mia città" lo presenta in toto. Nel pratico il piano prevede un lavoro di 50 ore rivolto alla copertura di 250 buche sparse nei quartieri di Napoli, attraverso il riutilizzo di tappi appositamente decorati e lavorati. Una soluzione economica e originale, che agevoli le passeggiate di turisti e cittadini. 

Una curiosità... Qual è la creazione a cui sei più legato? 
I volti, innanzitutto. Per il progetto #99volti ho realizzato personaggi come Frida Kahlo, Enzo Ferrari, Sandro Pertini, Silvio Berlusconi, Gianni Agnelli. Però tengo molto anche ai soggetti astratti perché è in questo tipo di opere che esprimo “una parte di me”. Il “me” che ha sfidato le proprie capacità nella ricerca delle sfumature e dei toni chiaro-scuro più fedeli al soggetto originale. E tutto questo solo con dei tappi.

Infine, un’ultima domanda: quali sono i numeri di Tappost?
Di tappi ne ho raccolti davvero un'infinità... Da quando ho iniziato a lavorare a questo progetto, nel luglio del 2013, ho raccolto in un anno oltre 1.440.000 tappi con una media mensile che oscillava tra gli 85.000 e i 150.000 di soggetti trovati. Ad oggi, in tutto, ne sono stati raccolti circa 106.000.000 (centosei milioni!). Naturalmente non li conto uno a uno, ma calcolo il numero in base al peso. I tappi arrivano da ovunque: dai locali della movida napoletana, ma anche da Londra, da Berlino e da Parigi tramite corrieri o amici che tornano dai loro viaggi.

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